BASTA BUGIE - Aborto Podcast

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ARTICOLI DI BIOETICA SU ABORTO E LE SUE CONSEGUENZE NEGATIVE www.bastabugie.it
Le vittorie della battaglia contro l'aborto
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6684LE VITTORE DELLA BATTAGLIA CONTRO L'ABORTO di Mauro FaverzaniCi sono buone notizie sul fronte della vita, davvero buone; ma ce ne sono anche di cattive, davvero cattive, sintomo evidente di quanto epocale sia lo scontro in corso.Dagli Stati Uniti, come spesso accade, giungono le novità più incoraggianti: 12 governatori e 200 membri repubblicani del Congresso si sono serviti dell'istituto giuridico dell'«amicus curiae» per sostenere davanti alla Corte Suprema la legge pro-life emanata nel Mississippi. Secondo loro e secondo i loro legali, sarebbe molto meglio che della regolamentazione dell'aborto si occupassero i singoli Stati, senza varare un apposito diritto costituzionale federale in merito, anche per lasciare ai cittadini la possibilità di esprimersi democraticamente col voto, senza imposizioni dall'alto, promuovendo o bocciando di volta in volta i candidati corrispondenti alle idee della maggioranza. Punto, questo, su cui si sono detti d'accordo tramite un altro «amicus curiae» anche 184 membri della Camera dei Rappresentanti e 44 senatori, tutti repubblicani. Un eventuale esito positivo di questa importante battaglia potrebbe avere ripercussioni anche sulle legislazioni degli altri Stati americani, una dozzina dei quali sarebbe già pronta a far entrare in vigore immediatamente provvedimenti pro-life, già votati ed approvati, in caso di vittoria presso la Corte Suprema. Si tratta del South Carolina, dell'Alabama, dell'Arizona, dell'Arkansas, della Florida, della Georgia, dell'Idaho, dello Iowa, del Missouri, del Montana, dell'Oklahoma e del Texas.L'ABORTO È IMMORALEIl Mississippi, del resto, appare più che mai deciso ad applicare la norma varata nel 2018, norma che limita l'aborto, vietandolo dopo la 15ma settimana di gravidanza, anche a costo d'invocare il ribaltamento e, magari, l'annullamento della sentenza Roe versus Wade, quella che ha legalizzato in tutti gli Stati Uniti d'America l'uccisione dei figli nel grembo delle loro madri. Della questione la Corte Suprema, a fronte di un ricorso presentato dall'unica clinica abortiva operante nel Mississippi, si occuperà probabilmente a partire dall'imminente autunno, per poi giungere ad una sentenza entro l'anno prossimo.Nel frattempo, anche la Chiesa negli Stati Uniti ha di nuovo assunto una chiara, netta posizione, negando l'ammissione all'Eucarestia ai politici pro-choice. Per questo, al senatore democratico Joe Cervantes dello Stato del New Mexico è stata rifiutata la Santa Comunione, avendo egli, all'inizio di quest'anno, votato ostinatamente a favore di una legge filoabortista. Fintosi sorpreso, parroco e Diocesi di Las Cruces gli hanno ribattuto d'averlo avvertito in forma privata e per tempo, prima del voto, circa le conseguenze che questo avrebbe avuto. Purtroppo invano. Christopher Velasquez, direttore dell'Ufficio diocesano per le Comunicazioni, ha anzi espresso biasimo verso l'esponente politico, ritenendo spiacevole ch'egli abbia tentato di buttare sul piano politico una questione, che è invece eminentemente pastorale. Il vescovo in persona, mons. Peter Baldacchino, aveva cercato a suo tempo di contattare personalmente e privatamente il sen. Cervantes in merito, senza tuttavia ottenere mai risposta.L'INGHILTERRA TAGLIA I FONDI A PLANNED PARENTHOODIntanto in Inghilterra anche l'emergenza sanitaria può avere qualche effetto positivo: qui il governo, dovendo far fronte a spese impreviste per contrastare il Covid-19, ha tagliato i fondi pubblici per le campagne internazionali, compresa quella «sulla promozione dei diritti riproduttivi e dell'aborto». La decisione è stata approvata ed è divenuta quindi esecutiva grazie al voto espresso dalla Camera dei Comuni il 13 luglio scorso con 333 favorevoli e 298 contrari. Così l'Ippf, International Planned...
Aug 17, 2021
7 min
Olimpiadi e aborto: l'altro volto dello sport femminile
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6671OLIMPIADI E ABORTO: L'ALTRO VOLTO DELLO SPORT FEMMINILENel bel mezzo delle Olimpiadi di Tokyo, guadagnare un posto sul podio rappresenta la ricompensa per gli atleti dopo anni di sacrifici e allenamenti. A quattro giorni dal loro inizio sono state distribuite decine di medaglie, tra cui una d'argento per la nuotatrice cattolica statunitense Katie Ledecky. Tuttavia, la soddisfazione e il trionfo mostrati dai sorrisi degli atleti vincitori nascondono in alcuni altri casi una triste realtà: l'aborto è, in molte occasioni, il prezzo definitivo da pagare per la vittoria. Una realtà che, come ha raccontato Margaret Brady su Verily Magazine, è più che radicata nella categoria femminile dello sport d'élite.Quando ha raccontato per la prima volta la sua testimonianza, l'olimpionica Sanya Richards-Ross (nella foto) ha detto che nel 2008, «ero letteralmente in cima al mondo. Ero la promessa d'America. Avevo più di otto sponsor tra i principali marchi nazionali, l'amore della mia vita al mio fianco e nei 400 metri ero imbattuta. Ero la grande favorita per vincere l'oro alle Olimpiadi». Tuttavia, il giorno prima della marcia per i Giochi di Pechino, l'atleta sapeva che tutto stava andando a rotoli mentre si dirigeva ad una clinica per aborti, l'ultimo posto in cui avrebbe voluto essere in un momento del genere. «Sapevo di essere a un bivio. Tutto quello che ho sempre voluto sembrava essere alla mia portata. Il culmine di una vita di lavoro era davanti a me. All'epoca, sembrava che non ci fosse alcuna scelta... Tutta la sofferenza che ha accompagnato quel momento mi aveva lasciato così insensibile che ricordo a malapena gli strumenti freddi che mi hanno sfiorato la pelle», racconta nel suo libro, Chasing Grace. Durante i Giochi, nei secondi prima di raggiungere il traguardo, l'atleta si sentiva vuota e disperata, e i suoi sentimenti di vergogna e di colpa le hanno impedito di raggiungere l'oro olimpico per un più che amaro terzo posto. «Ho preso una decisione che mi ha distrutto», ha confessato.BRIANNA MCNEAL, DALL'ABORTO AL "GLORIFICARE DIO" CON IL SUO TALENTOVerily include anche il caso di Brianna McNeal, vincitrice dell'oro olimpico ai Giochi di Rio 2016, accusata di aver falsificato una nota medica dopo aver saltato un test antidoping nel gennaio 2020. L'atleta, incinta come Richards Ross, si è trovata tra l'incudine e il martello sotto la pressione delle imminenti Olimpiadi e ha deciso di abortire prima di uno dei test antidoping. Quando il rappresentante anti-doping si è presentato a casa sua, McNeal era traumatizzata, nel suo letto, con una sindrome acuta post-aborto e non ha sentito la chiamata. Volendo dimostrare di aver saltato il controllo per giusti motivi, McNeal ha presentato come prova la nota medica ricevuta dopo il suo aborto, ma vedendo che la clinica aveva sbagliato a inserire la data, l'ha corretta da sola. Questo è stato sufficiente per l'Unità di integrità atletica per sanzionarla e proibirle per 5 anni le competizioni. A causa della sua fede cristiana, è stata aspramente criticata per aver cercato assistenza spirituale per superare il trauma piuttosto che le cure di uno psichiatra. Ora afferma di cercare Dio ogni giorno e pretende di «glorificare Dio per il talento con cui mi ha benedetto».La Richards-Ross afferma che non conosce «un altro atleta [donna] che non abbia abortito, e questo è triste». Per lei la pratica diffusa dell'aborto nel mondo sportivo femminile è dovuta alla disinformazione che circola già dalle università sull'impossibilità di gravidanza per le atlete che hanno perso il ciclo mestruale a causa dell'esercizio estremo. Ma anche, a una cultura dello sport che incoraggia a «fare tutto il necessario per esibirsi ai massimi livelli».UN PROBLEMA CHE INIZIA NELLE UNIVERSITÀTuttavia, gli...
Aug 4, 2021
8 min
Il video virale su come accogliere una gravidanza indesiderata
VIDEO: Sono incinta: che devo fare? ➜ https://www.youtube.com/watch?v=8DYX7C4hn3YTESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6534IL VIDEO VIRALE SU COME ACCOGLIERE UNA GRAVIDANZA INDESIDERATA di Giulia TanelSo, you're pregnant. Titola così l'ultimo video pubblicato da Choice42, organizzazione canadese che si definisce «pro-donne, pro-bambini e pro-vita» e che si pone quali obiettivi quelli di «creare consapevolezza sull'umanità dei bambini pre-nati e fornire supporto alle donne che stanno affrontando una gravidanza non pianificata o che si occupano di problemi post-aborto».Un video che, come gli altri pubblicati nel passato, è già diventato virale. Forse perché quando si dicono le cose come stanno, senza puntare il dito in maniera giudicante, ma nel contempo anche senza edulcorare troppo la pillola e portando a supporto dati scientifici incontrovertibili, il messaggio arriva più diretto. E colpisce nel segno.Certo, una gravidanza non desiderata destabilizza, mette in crisi, sconvolge i piani, riempie di dubbi. Ma, in fondo, non è così anche per una gravidanza desiderata? Un figlio è sempre una rivoluzione e, se si guarda tutto esclusivamente da un punto di vista razionale, non si sarà mai pronti veramente pronti per accoglierlo. Bisogna abbandonarsi. O, come dice il video di Chioce42: «Per qualsiasi motivo ti sia stato dato questo bambino, sei stata scelta per essere sua madre». Questo è l'unico dato di fatto: c'è una mamma e c'è un bambino. Un altro essere umano. Vivo.Certo, l'aborto sembra una scelta facile, oramai entrata nella mentalità comune: «Ti diranno che è la scelta migliore», prosegue il video. «Ti diranno di pensare al tuo futuro. Diranno che non sei abbastanza grande, o abbastanza giovane. Che non sei abbastanza esperta, abbastanza stabile finanziariamente, abbastanza istruita. Potrebbero persino minacciarti». Si è oramai arrivati a giustificare un omicidio sulla base di motivazioni futili.Ma l'aborto non è l'unica soluzione. Anzi. Però, mamma, «tu sei l'unica che può proteggere questo bambino. Tu». Serve coraggio e costerà fatica, certo. E a volte sarà anche necessario umiliarsi e chiedere aiuto.Ma si può fare: una mamma lo può fare. Un giorno alla volta, un «Sì» alla volta.Nota di BastaBugie: il nome dell'organizzazione canadese prolife "Chioce42" è un gioco di parole in inglese. Infatti il numero quattro (four) si legge come la parola "per" (for). Quindi leggendo in inglese "Chioce fo(u)r two" si intende "scelta per due" alludendo al fatto che la scelta se tenere o no il bambino non è una scelta che riguarda solo la mamma, ma anche il suo bambino e quindi è una scelta che coinvolge due persone. Come giustamente sottolineato in un recente manifesto di Provita & Famiglia dove una ragazza reggeva un cartello con su scritto: "Il corpo di mio figlio non è il mio corpo".
Jul 27, 2021
4 min
La strategia dei prolife americani è vincente
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6630LA STRATEGIA DEI PROLIFE AMERICANI E' VINCENTE di Benedetta FrigerioLa strategia che i pro-life hanno adottato dal 2018, dopo che Trump ha cominciato la sua lotta frontale contro l'interpretazione progressista della Costituzione (nominando giudici fedeli a quella dei padri fondatori per cui la vita è un diritto inalienabile da proteggere in ogni suo stadio), ha davvero poco di democristiano.Sono infatti tre anni che in diversi Stati americani sono passate leggi che vietano del tutto o che restringono fortemente l'aborto tanto che la loro attuazione praticamente li azzererebbe. Sono tutte norme rese però inapplicabili dai giudici locali che le hanno considerate contrarie alla sentenza Roe v. Wade della Corte Suprema che nel 1973 legalizzo l'aborto, ma che diventerebbero subito effettive nel momento in cui il pronunciamento fosse revisionato dalla Corte stessa. Come abbiamo già visto, la strategia radicale alla Marco Pannella di chiedere il massimo per ottenere pian piano tutto (finalmente qualcuno sta imparando dai figli delle tenebre) alla fine ha ripagato. Le leggi anti-abortiste passate a livello statale sono state infatti portare fino alla Corte Suprema che però aveva sempre deciso di non pronunciarsi in merito.Nonostante ciò i politici pro life non hanno mollato, finché il mese scorso gli interpreti della Costituzione hanno deciso di esprimersi sulla legge varata dal Mississippi che vieta l'omicidio in grembo dopo la 15esima settimana, contraddicendo appunto la sentenza del 1973 che proibisce di impedirlo prima che il bambino possa sopravvivere autonomamente fuori dal grembo materno. La decisione ha prodotto ancora più entusiasmo, tanto che in pochi giorni sono state approvate altre norme. In New Hampshire, dove la legislazione sull'aborto è fra le più permissive, è stato presentato un disegno di legge che vieta gli aborti oltre le 24 settimane e che è passato alla Camera con 191 voti favorevoli e 160 contrari. Anche se questa norma non è in contrasto con la Roe v. Wade, poiché a questa epoca gestazionale diversi bambini sopravvivono fuori dal grembo materno, è chiaro che l'esempio di altri Stati ha portato i repubblicani ad osare di proporre restrizioni in un'area del Paese estremamente liberal.CLAMOROSO IN TEXASLa più grande vittoria è del Texas dove è passata una norma (House Bill 1280) che proibisce gli aborti a qualsiasi stadio della gravidanza e che attende solo di essere firmata dal governatore Greg Abbott. A seconda di come la Corte Suprema si pronuncerà la legge, che sarà sicuramente resa inapplicabile dalle corti locali, potrebbe vietare completamente gli aborti o comunque limitarli nella misura consentita dalla Corte Suprema se la Roe v. Wade fosse perlomeno ridimensionata. A questo punto coloro che praticheranno aborti illegali subirebbero sanzioni penali fino al carcere. Il disegno di legge è stato approvato con un sostegno bipartisan solo una settimana dopo che il Texas aveva già legiferato per vietare gli aborti dopo la sesta/settima settimana di gravidanza, quando il battito cardiaco del bambino è rilevabile.Anche il governatore dell'Oklahoma, Kevin Stitt, ha firmato una legge che impedirebbe completamente l'omicidio in grembo una volta che la Corte Suprema si pronunciasse contro la Roe v. Wade: "Firmerò ogni atto legislativo pro-life che arriverà sulla mia scrivania", ha affermato Stitt che aveva già dato il via libera a una legge che aggiunge l'aborto ad alcune condotte sanitarie ritenute non professionali.Sempre a maggio in Pennsylvania (dove l'omicidio in grembo è permesso fino al sesto mese), dopo l'approvazione del Comitato per la salute della Camera, è stato introdotto in parlamento un disegno di legge che vieta gli aborti una volta che il battito cardiaco del bambino è rilevabile (House Bill...
Jun 22, 2021
15 min
Il fallimento della 194: 5 miliardi di euro per 6 milioni di aborti
VIDEO: Convegno "I costi della Legge 194" ➜ https://www.facebook.com/provitaonlus/videos/1693995647474948TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6585IL FALLIMENTO DELLA 194: 5 MILIARDI DI EURO PER 6 MILIONI DI ABORTI di Luca MarcolivioA 43 anni dall'approvazione, una delle poche certezze, è che la Legge 194 è stata un totale fallimento. Avrebbe dovuto limitare, fino ad azzerarli, gli aborti clandestini e ciò non è avvenuto. Avrebbe dovuto promuovere la maternità, mentre, al contrario, ci troviamo nell'inverno demografico più drammatico che il nostro Paese abbia mai incontrato. L'aborto eugenetico, poi, è più che mai praticato. Sono queste e molte altre le provvisorie - e amare - conclusioni cui è pervenuto il primo rapporto sui costi di applicazione della Legge 194/1978.Lo studio, presentato ieri mattina a Roma presso la Sala Giubileo della LUMSA, è stato redatto da un team di economisti, medici e giuristi, con il patrocinio della SIBCE (Società Italiana per la Bioetica e i Comitati Etici), dell'AIGOC (Associazione Italiana Ginecologi e Ostetrici Cattolici), della Fondazione "Il Cuore in una Goccia" e di Pro Vita & Famiglia. Contestualmente, lo stesso gruppo di lavoro ha lanciato un Osservatorio permanente sull'applicazione della legge 194.I numeri sono impietosi: dai 4,1 ai 5,6 miliardi spesi in 43 anni per far sopprimere 6 milioni di bambini nel ventre materno. Circa 120 milioni l'anno. Come spiegato da Benedetto Rocchi, professore associato al Dipartimento di Scienze per l'Economia e l'Impresa, Università di Firenze, si tratta di «stime prudenziali perché i dati Istat sulle complicanze sono incompleti». In ogni caso, sono dati che dovrebbero finalmente «aprire un dibattito».Gli aspetti fallimentari della Legge 194 sono molteplici, a partire dall'aborto clandestino che rinasce come "cripto-aborto", grazie alla domiciliarizzazione della pratica favorita dalla Ru486. La Legge 194 ha quindi determinato problematiche di salute pubblica e demografiche.PERCHÉ FINANZIARE L'ABORTO CON I SOLDI DEI CONTRIBUENTI?L'aborto è anche una cartina di tornasole dei limiti della sanità pubblica, la quale, di anno in anno, «sta restringendo il suo perimetro». Alla luce di questi effetti controproducenti, si è domandato Rocchi, «perché finanziare l'aborto con i soldi dei contribuenti?».L'aborto è da molti anni fuori dai radar del dibattito per svariate ragioni. Come sottolineato da Stefano Martinolli, Dirigente medico presso l'Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina a Trieste, «è un tema scomodo per le persone comuni» che spesso sono direttamente coinvolte, «per i politici che temono un calo di consensi», mentre «per gli ecclesiastici è un tema divisivo».È inoltre evidente, ha aggiunto Martinolli, «la correlazione tra aumento degli aborti e calo demografico». Circa il 15% delle gravidanze si conclude con una interruzione volontaria. Tutto concorre, quindi, a favorire una «mentalità denatalistica». È ormai tempo, ha affermato poi lo specialista, di abbandonare ogni tipo di «discussione ideologica e astratta sull'argomento e confrontarsi con il mondo reale». Basterebbe, ha osservato Martinolli, prendere spunto da taluni «blog al femminile», che fanno emergere tutti i drammi negati dai media mainstream.La Legge 194, ha affermato da parte sua Filippo Maria Boscia, presidente dell'Associazione Nazionale Medici Cattolici, «è iniqua perché viziata da alcuni inganni». In primo luogo, grazie all'aborto farmacologico-domiciliare, «quello che un tempo era documentabile oggi è diventato nascosto». Boscia si è quindi soffermato sulla sindrome post-abortiva, ascrivibile tra le «sindromi post-traumatiche da stress».«La donna che abortisce - ha detto il ginecologo - si...
May 25, 2021
8 min
Video virale: l'aborto è come l'olocausto
TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6471VIDEO VIRALE: L'ABORTO E' COME L'OLOCAUSTOPer la Giornata della Memoria padre Bruno de Cristofaro pubblica un video e scatta il linciaggio mediatico, ma il sacerdote ripete quanto detto da tutti i Papi (VIDEO: Aborto e Olocausto)di Enzo Vitalelo scorso 27 gennaio, Giornata della Memoria, un giovane sacerdote, padre Bruno de Cristofaro, ha raccontato in un video un episodio accaduto ad Auschwitz: un giorno, il dottor Mengele, l'"angelo della morte", tracciò una linea su un muro alta circa un metro e mezzo; chi la superava in altezza viveva, gli altri dovevano andare nelle camere a gas. Il delirio furioso con il quale un uomo poneva un criterio arbitrario per definire chi dovesse vivere e chi no - ha aggiunto padre Bruno nel video - è lo stesso di una legge che applica una linea del tutto arbitraria all'età gestazionale di tre mesi.La stessa arbitrarietà con la quale tanti giustificano l'aborto ponendo la stessa linea dove gli pare a seconda del momento: a volte all'annidamento nell'utero, altre volte al 14° giorno, altre alla nascita, altre al primo respiro, etc.L'evidenza scientifica inoppugnabile dice che l'essere umano è tale dal concepimento; eppure, ha concluso il sacerdote, se solo nel 2020 ci sono stati 42 milioni di aborti in tutto il mondo val la pena chiedersi cosa abbiam capito dalla Giornata della Memoria.Apriti cielo: è scattato il linciaggio mediatico da parte dei soliti animi avvelenati (guai a chi tocca la 194!). Ovviamente, nessuna argomentazione logica è stata posta in essere contro il limpido ragionamento di padre Bruno (che non è di così difficile comprensione, in fondo). Sono arrivati solo strali di indignazione per un paragone definito "vergognoso", insulti gratuiti e perfino l'invocazione di un intervento disciplinare pontificio (non scherzo).SAN GIOVANNI PAOLO IIOra, vorrei notare alcune cose. La prima è che nell'accostamento fra Olocausto e Aborto volontario, padre Bruno è in ottima compagnia. Scriveva l'immenso San Giovanni Paolo II nel libro Memoria e identità: «Dopo la caduta dei regimi costruiti sopra le ideologie del male, in quei Paesi [Germania nazista e Russia comunista, ndr] le forme di sterminio nominate poc'anzi sono di fatto cessate. Permane tuttavia lo sterminio legale degli esseri umani concepiti e non ancora nati. E questa volta si tratta di uno sterminio deciso addirittura da Parlamenti eletti democraticamente, nei quali ci si appella al progresso civile delle società e dell'intera umanità. È lecito e anzi doveroso porsi la domanda se qui non operi ancora una nuova ideologia del male, forse più subdola e celata, che tenta di sfruttare, contro l'uomo e contro la famiglia, perfino i diritti dell'uomo».Più avanti il Pontefice polacco insiste: «Fu un parlamento regolarmente eletto ad acconsentire alla chiamata di Hitler al potere nella Germania degli anni Trenta; fu poi lo stesso Reichstag che, con la delega ai pieni poteri a Hitler, gli aprì la strada per la politica d'invasione dell'Europa, per l'organizzazione dei campi di concentramento e per l'attuazione della cosiddetta "soluzione finale" della questione ebraica, cioè l'eliminazione di milioni di figli e figlie d'Israele. È proprio in questa prospettiva, come ho già rilevato, che ci si deve interrogare, all'inizio di un nuovo secolo e di un nuovo millennio, circa alcune scelte legislative decise nei parlamenti degli odierni regimi democratici. Il riferimento più immediato è alle leggi abortiste. Quando un parlamento autorizza l'interruzione della gravidanza, consentendo la soppressione del nascituro, commette un grave sopruso nei confronti di un essere umano innocente e privo, oltre tutto, di qualsiasi capacità di autodifesa. I parlamenti che approvano e promulgano simili leggi devono essere consapevoli di spingersi...
Feb 17, 2021
9 min
Uno stato senza aborti esiste (negli USA)
TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6455UNO STATO SENZA ABORTI ESISTE (NEGLI USA)Nello stato del Missouri non è possibile abortire, poiché non c'è nessuna struttura che esegua tali interventi... invece a livello federale l'abortista Biden ha già iniziato la demolizione delle leggi prolifedi Giuliano GuzzoPuò esistere, nel 2021, un Paese senza aborti, dove cioè il nascituro non possa essere eliminato in nome della legge? Il solo porre questa domanda, per alcuni, potrà apparire - a seconda dei punti di vista - provocatorio o da illusi. Eppure un Paese così, proprio oggi, c'è: e in Occidente, per di più. Stiamo parlando del Missouri, Stato del Midwest dove non è materialmente più possibile abortire, nel senso che non c'è alcuna struttura che esegua tali interventi. Lo fanno presenti fonti pro life, confermando una notizia che, per la verità, circolava già tempo.Infatti già nel 2019 il Dipartimento alla Sanità non aveva rinnovato la licenza all'unica clinica Planned Parenthood nello Stato; solo che quest'ultima, adite le vie legali, era poi riuscita a spuntarla, restando così aperta. Il punto è che ad oggi questa clinica, che si trova nella città Saint Louis, è sì aperta ma non operativa. Una donna che cioè vi si reca per abortire non si vedrà fissare alcun tipo di appuntamento; sarà rinviata al centro, sempre di Planned Parenthood, che si trova a Fairview Heights, che però è in Illinois, in un altro Stato insomma.«Anche se quel centro di Planned Parenthood resta aperto ed è autorizzato dalla legge ad effettuare aborti», ha sottolineato Troy Newman, presidente del gruppo cristiano pro life Operation Rescue, «abbiamo avuto conferma del fatto che nessun intervento abortivo viene lì praticato. Ciò significa che questa struttura attualmente agisce solo come un centro di riferimento per l'aborto, che però nello Stato non viene praticato. Ciò fa del Missouri il primo Stato libero dall'aborto in questo momento». Che dire, si tratta davvero di un gran risultato.Anche se, a ben vedere, non si tratta di un traguardo casuale dato che, in questa vicenda, anche la politica ha fatto la sua parte. Basti pensare a quanto accaduto nel maggio 2019, quando il Senato del Missouri approvò coraggiosamente una norma che vieta l'aborto dopo le otto settimane di gravidanza, rispetto al precedente limite di 22, lasciando così la possibilità di abortire in caso di emergenza medica, ma senza eccezione neppure per il caso di stupro o incesto. Il fatto che il Missouri abbia agguantato l'invidiabile primato di «abortion-free state» è quindi indubbiamente anche esito di questa coraggiosa mossa politica.In un'epoca in cui l'aborto legalizzato continua ad avanzare - come dimostra il tragico caso dell'Argentina, e in cui dagli Stati Uniti da ormai molte settimane, giungono notizie tutto fuorché rincuoranti per chi abbia a cuore la vita nascente - dal piccolo Missouri (ha poco più della metà degli abitanti della Lombardia) arriva insomma un segnale in controtendenza che è anche una lezione. Nello specifico, una lezione che parla di coraggio e della possibilità di cambiare davvero le cose, anche se non è da escludere che la presidenza Biden-Harris potrà incidere, in negativo, anche per il Missouri.Dopotutto, per chi ricorda come iniziò la presidenza Obama - e cioè con lo sblocco dei finanziamenti a organizzazioni abortiste, cestinando il veto posto dal suo predecessore, George W. Bush -, è plausibile che le cose potranno peggiorare, nel giro di poco, anche per questo «abortion-free state». Che nel frattempo, però, brilla come una luminosa eccezione che può e deve incoraggiare anche i pro life italiani, rispetto al fatto che la battaglia per la vita nascente resta apertissima. Lo hanno già dimostrato, in questi anni, vari Paesi dell'Europa dell'Est, ed ora una bella conferma giunge dagli Stati...
Feb 3, 2021
14 min
La Polonia vieta l'aborto terapeutico perchè è eugenetico
TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6335STRAORDINARIO SUCCESSO PROLIFE: LA POLONIA VIETA L'ABORTO TERAPEUTICO (CIOE' EUGENETICO) di Roberto MarchesiniIl 22 ottobre 2020, memoria di san Giovanni Paolo II, è una data che resterà negli annali della difesa della vita nascente. La Corte costituzionale della Polonia ha infatti dichiarato che l'«aborto terapeutico» (cioè eliminare la malattia uccidendo il malato), che in Polonia è chiamato anche «aborto eugenetico», è incompatibile con la Costituzione di quel Paese.Ricapitoliamo. L'articolo 4.a della legge del 7 gennaio 1993 sulla pianificazione familiare, la protezione del feto umano e le condizioni per consentire l'interruzione della gravidanza prevede che si possa abortire nei seguenti casi:1) la gravidanza rappresenta una minaccia per la vita o la salute di una donna incinta;2) i test prenatali o altre indicazioni mediche indicano un'alta probabilità di un danno grave e irreversibile del feto o di una malattia incurabile potenzialmente letale;3) vi è un giustificato sospetto che la gravidanza sia derivata da un atto illecito.Il punto due permette quindi il cosiddetto «aborto terapeutico». Nel 2019, 119 parlamentari di PiS (Diritto e Giustizia), PSL-Kukiz'15 e Konfederacji hanno chiesto alla Corte costituzionale se questa legge fosse conforme alla Costituzione polacca. La carta fondamentale, infatti, all'articolo 38, dichiara: «La Repubblica di Polonia offre a tutti la protezione legale della vita». Tutti significa tutti, senza distinzioni tra sani e malati, tra bambini e adulti. La Corte Costituzionale, dietro una specifica richiesta di alcuni parlamentari, ha infatti stabilito che la legge che regola l'aborto in Polonia viola la Costituzione. Questa sentenza avrà conseguenze enormi sulla legislazione polacca in materia.Si tratta di un evento epocale e clamoroso che, purtroppo, non ha avuto alcuna risonanza sui media mondiali, così come su quelli italiani. Ovviamente ci sono state reazioni, anche violente. Una folla di democratici, di quelli che «le sentenze non si discutono», hanno inscenato una manifestazione «pacifica» sullo stile del movimento Black Lives Matters: si sono radunati con il volto mascherato (del resto, c'è il Covid), armati di pietre e bastoni. Non davanti al parlamento, non davanti alla sede della Corte Costituzionale: davanti all'abitazione privata del leader del PiS, Jarosław Kaczyński. La manifestazione è stata così democratica e pacifica che la polizia ha dovuto intervenire per proteggere l'abitazione del politico; ovviamente, le forze dell'ordine sono stati bersagliati da una gragnuola di pietre democratiche e pacifiche.Ci sono state proteste, più o meno dello stesso tenore, anche davanti alle sedi del PiS e della Corte Costituzionale. I media hanno riportato la notizia degli scontri, sostenendo che le due parti erano «donne polacche» contro il PiS; eppure gran parte dei manifestanti sembravano attivisti Lgbt. La polizia ha arrestato 15 manifestanti colpevoli di aver lanciato pietre sulle forze dell'ordine. Alcuni manifestanti si sono anche recati presso l'abitazione di un giudice della Corte Costituzionale, la professoressa Krystyna Pawłowicz, e l'hanno aggredita fisicamente; solo l'intervento della polizia ha potuto interrompere l'aggressione.Spero vivamente che questa vicenda sia un incoraggiamento per il popolo della vita italiano. Non è quindi vero che bisogna rassegnarsi all'aborto e che l'abolizione delle leggi che lo permettono sia un obiettivo irrealistico. Ma, soprattutto, insegna quali sono le strategie realmente efficaci per contrastare questa piaga sociale e morale. In questo caso, a mio modesto parere, si sono rivelati efficaci l'occupazione gramsciana dei posti di potere e la conoscenza dei meccanismi politici e istituzionali.Nota di BastaBugie: Luca...
Oct 28, 2020
12 min
Le menzogne del corriere della sera sulla sepoltura dei bambini abortiti
TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6323LE MENZOGNE DEL CORRIERE DELLA SERA SULLA SEPOLTURA DEI BAMBINI ABORTITI di Andrea ZambranoA qualcuno deve dare fastidio - e parecchio - la pratica sempre più diffusa delle sepoltura dei feti da aborto, spontaneo o volontario. È quanto si apprende dalla lettura di un articolo del Corriere della Sera a commento di una notizia nata da uno sfogo di una donna. Una mamma, per la verità, solo che già dal titolo si è stati ben attenti a calibrare al millimetro le parole per adempiere alle regole neogrammaticali della neo lingua per il neo pensiero moderno.La storia è questa: Roma. Una mamma - si, non è solo una donna, ma è una mamma - viene a scoprire che il feto da lei abortito è pronto per la sepoltura in un area del cimitero Flaminio. Rimane sorpresa, non aveva infatti dato il benestare alla sepoltura, ma ciò che la indigna di più è scoprire che la targhetta riconoscitiva del piccolo non è altro che il nome della donna.Sgradevole, effettivamente, tanto che la donna si appella alla privacy lesa e i soliti Radicali ne approfittano per gridare alla caccia alle streghe: «Quella donna porta il marchio dell'infamia?». È sicuramente un errore dei gestori del cimitero, in applicazione al regolamento mortuario del Comune di Roma.Il punto è che quell'area è gestita direttamente dai servizi cimiteriali municipali. Però una indelicatezza come questa rischia di creare uno stigma verso il lavoro di quelle associazioni che si sono battute - in Lazio a livello regionale, ma anche in tutt'Italia - per dare degna sepoltura alle vittime - le prime vittime - dell'aborto e creare nei cimiteri italiani queste aree dove il piccolo spesso non viene neanche chiamato per nome, ben sapendo che secondo la pietas cristiana il suo nome è già scritto nei Cieli.L'articolo però non è servito per denunciare solo una indelicatezza di privacy - peccato però che nessuno si stracci le vesti per l'indelicatezza di uccidere un essere umano nel grembo materno - ma anche per iniziare a puntare il focus indagatore su queste aree. L'articolo infatti spiega che questi spazi sono stati anche mappati in un sito e una rivista britannica addirittura spiega che sono gestite da gruppi di «ultracattolici». Il messaggio è molto semplice: per colpa dei cattolici le donne che abortiscono devono portare il marchio dell'infamia, ferite nella privacy e si vedono seppelliti in un cimitero i loro feti.Eppure, nel delirio abortista, qualche cosa sfugge, soprattutto la buona fede e lo si evince proprio dalla lingua che ha regole cui spesso l'ideologia non riesce a sottostare. La lingua è in sostanza come quelle mogli che alla fine smascherano sempre il marito fedifrago.La donna (mamma) infatti ammette che quello «era suo figlio». Come la mettiamo? E ancora. Se la donna (mamma) non voleva saperne del figlio tanto da sbarazzarsene e non occuparsene, perché poi si è dovuta scandalizzare una volta venuta a sapere che qualcun altro si era "appropriato" di quel bambino? Se qualcuno l'avesse chiamato Riccardo - ad esempio - siamo sicuri che la donna non avrebbe gridato al doppio scandalo? Probabilmente sì perché quello che dà fastidio è il continuare a dare a quel feto lo status di essere umano. Parole e convincimenti irrazionali permettono così di giocare a piacimento con la vita e con la morte.Inutile a questo punto che la giornalista solerte camuffi il tutto come un semplice argomento che riguarda il seppellimento dei "prodotti del concepimento" perché se poco più avanti utilizza la parola cimiteri, vuol dire che stiamo parlando di esseri umani. Esistono cimiteri di oggetti? No, si chiamano discariche o ripostigli o soffitte o robivecchi o autodemolitori. Ma non cimiteriDa ultimo, già dal titolo è evidente che si voleva spostare l'attenzione: "Hanno seppellito il feto di mio...
Oct 13, 2020
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Storia del fondatore di Amazon, l'uomo più ricco del mondo
TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6287STORIA DEL FONDATORE DI AMAZON, L'UOMO PIU' RICCO DEL MONDO di Aldo Maria ValliStando alle classifiche più aggiornate, è l'uomo più ricco del mondo. Parliamo di Jeff Bezos, patron di Amazon, che secondo Bloomberg precede Bill Gates, numero uno di Microsoft, e Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook.Il patrimonio di Bezos è di 186 miliardi di dollari, con una crescita enorme dall'inizio del 2020, quando ammontava a "soli" 74 miliardi. Qui però non voglio occuparmi di soldi o investimenti. La storia che mi interessa è quella di un bambino che nasce il 12 gennaio 1964 ad Albuquerque, nel Nuovo Messico, da Jacklyn Gise, una ragazza di appena diciassette anni che frequenta ancora le scuole superiori, e Ted Jorgensen, che di anni ne ha diciotto. Il bambino è appunto Jeff e la sua situazione non appare delle migliori visto che il matrimonio dei giovanissimi genitori dura un solo anno.Nell'aprile 1968, quando Jeff ha quattro anni, la madre si risposa con Miguel "Mike" Bezos, un cubano emigrato negli Stati Uniti appena sedicenne. Il quale adotta Jeff e gli dà il suo cognome. Jeff passa così dal danese Jorgensen al cubano Bezos.La famiglia si trasferisce a Houston, nel Texas, dove Miguel lavora come ingegnere alla Exxon e Jeff, fin dalle elementari, mostra una certa predilezione per la tecnologia, tanto che una volta, si racconta, arriva a installare un allarme elettrico per tenere lontani i fratelli più piccoli dalla sua stanza. Passano gli anni, la famiglia si trasferisce di nuovo (questa volta a Miami, in Florida) e Jeff nel 1986 si laurea a Princeton in Ingegneria elettronica. Dopo l'università lavora a Wall Street nel settore informatico, quindi si occupa della realizzazione di una rete per il commercio internazionale in una società di nome Fitel, poi ancora alla Bankers Trust, e per finire in una società finanziaria di New York.Nel 1994 Jeff decide di lasciare il suo lavoro (e il relativo stipendio di 223 mila dollari all'anno) per fondare nel garage di casa sua, a Seattle, una società, la Cadabra.com, che un anno dopo sarà ribattezzata Amazon.com, dal nome del Rio delle Amazzoni. All'inizio è una libreria online, che offre una scelta di titoli maggiore rispetto a qualsiasi altro grande negozio di libri o ditta specializzata nella vendita per corrispondenza. Poi vende anche dvd, videogiochi, macchine fotografiche, elettrodomestici, fino ad avere un catalogo di oltre cinquecento milioni di articoli che ogni abitante del pianeta Terra può ordinare in qualsiasi angolo del mondo.LE ORIGINILascio da parte altri aspetti della carriera di Bezos (come i suoi progetti di veicoli spaziali e l'acquisto del Washington Post) e torno alle origini, a quella mamma adolescente. E lasciamo che sia lo stesso Jeff a raccontare, così come ha fatto davanti al Congresso degli Stati Uniti."Mia madre, Jackie, mi ebbe quando era una studentessa di diciassette anni ad Albuquerque, nel New Mexico. Essere incinta al liceo non era una cosa popolare laggiù nel 1964. Per lei fu difficile. Quando cercarono di cacciarla dalla scuola, mio nonno, dopo alcune trattative, convinse il preside, che disse: ok, può restare e finire il liceo, ma non potrà svolgere attività extracurricolari o avere un armadietto. Mio nonno accettò e mia madre finì il liceo, anche se non le fu consentito di ricevere il diploma sul palco con il resto dei suoi compagni di classe"."Decisa a continuare gli studi, Jackie si iscrisse a una scuola serale e prese lezioni con insegnanti che le permisero di seguire le lezioni tenendo con sé il bambino. Andava a scuola con due borse: una piena di libri e l'altra piena di pannolini, biberon e qualsiasi altra cosa utile per tenermi tranquillo"."Il nome di mio padre è Miguel. Mi adottò quando avevo quattro anni. Lui...
Sep 22, 2020
9 min
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