
«Un passo avanti nella libertà delle donne». No, una «scelta irresponsabile» che lascia alle donne «la libertà di essere sole». Scatena polemiche molto dure la scelta del ministro della Salute, Roberto Speranza, di cambiare le linee guida sull’uso della pillola abortiva. Mai più obbligo di ricovero per assumere la Ru486, a meno che la donna non sia «in ansia». Slittamento in avanti di due settimane del limite consentito per interrompere la gravidanza, non più fino alla settima settimana, ma fino alla nona (da un articolo del Corriere della Sera di Virginia Piccolillo del 9 agosto 2020 dal titolo "Pillola abortiva, stop al ricovero. È polemica sulle nuove norme").
Roberto Vacca e Claudio Coppini hanno chiesto un parere su questo delicato e controverso argomento etico a Saverio Scuccimarri, decano della Facoltà avventista di teologia di Firenze.
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Aug 10, 2020

Definire i diritti e garantire, oltre alle cure, il rispetto della dignità e il supporto religioso e spirituale per chi si trova nella fase finale della vita in strutture sanitarie. Questo il fulcro del Manifesto interreligioso dei diritti nei percorsi di fine vita, presentato il 5 febbraio dal gruppo promotore (costituito da Asl Roma 1, Università Cattolica del Sacro Cuore, Tavolo interreligioso di Roma).
Diritti da garantire non solo nei centri di cure palliative ma anche negli ospedali, nei Pronto soccorso. Un lavoro delicato quanto importante, un traguardo che è frutto di una particolare sensibilità nei confronti del dialogo interreligioso in ambito sanitario. Creare un percorso che porti a impegni concreti è l’obiettivo del Manifesto, un documento in nove punti che rappresenta l’approdo di un percorso pienamente condiviso con le confessioni religiose e che rende possibile la trasformazione in procedure operative dei nove diritti sottoscritti.
Tutte le confessioni religiose hanno sottoscritto un testo comune all’interno della Settimana mondiale dell’armonia interreligiosa, promossa dall’Assemblea generale dell’Onu. Il gruppo promotore vuole essere anche un punto di riferimento per realizzare e sostenere nuove iniziative volte a promuovere il percorso quale modello di accoglienza, sostegno e rispetto della fede di tutti, replicabile in altre realtà sanitarie.
«La nostra professione si realizza nell’incontro con l’assistito indipendentemente dal credo religioso o politico e dalle questioni di genere», ha dichiarato Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi), a margine della presentazione.
Oltre al gruppo promotore, i firmatari del Manifesto sono: Centro Islamico Culturale d’Italia, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, Diocesi Ortodossa Romena d’Italia, Hospice Villa Speranza – Università Cattolica del Sacro Cuore, Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, Unione Buddhista Italiana, Unione Comunità Ebraiche Italiane, Unione Induista Italiana, Unione Italiana Chiese Cristiane Avventiste del Settimo Giorno, Vicariato di Roma, AVO (Associazione Volontari Ospedalieri), CSV Lazio (Centro Servizio per il Volontariato), Cittadinanzattiva – Tribunale per i Diritti del Malato, un Operatore Socio Sanitario in rappresentanza della categoria.
Il Manifesto è costituito dai seguenti nove punti:
Diritto di disporre del tempo residuo – Ogni persona ha il diritto di conoscere ed essere reso consapevole del suo percorso di cura e del possibile esito, secondo i protocolli terapeutici più aggiornati, affinché possa gestire la propria vita in modo qualitativamente soddisfacente, anche in relazione alla propria spiritualità e fede religiosa.
Diritto al rispetto della propria religione – Ogni persona ha il diritto di comunicare la propria fede religiosa alla struttura sanitaria affinché possa essere rispettata, in conformità alla normativa sulla privacy.
Diritto a servizi orientati al rispetto della sfera religiosa, spirituale e culturale – Ogni persona ha il diritto di usufruire di servizi rispettosi della sua sfera religiosa, spirituale e culturale, compatibilmente con le possibilità organizzative. A tal fine la struttura sanitaria deve promuovere adeguati percorsi informativi e formativi per gli operatori.
Diritto alla presenza del Referente religioso o Assistente spirituale – Ogni persona ha diritto di avere accanto il proprio Referente religioso o Assistente spirituale cui sia garantito l’accesso, compatibilmente con l’organizzazione dei servizi sanitari.
Diritto all’assistenza di un mediatore interculturale – Ogni persona ha il diritto nel percorso di fine vita di potersi avvalere di un mediatore interculturale o altra persona competente autorizzata, il cui intervento viene favorito dalla struttura sanitaria.
Diritto a ricevere assistenza spirituale anche da parte di Referenti di altre fedi – Ogni persona ha il diritto di chiedere, qualora l’Assistente spirituale della propria fede non fosse disponibile, l’assistenza da parte di un Referente di altra fede.
Diritto al sostegno spirituale e al supporto relazionale per sé e per i propri familiari – Ogni persona ha il diritto di ricevere all’interno della struttura sanitaria il sostegno spirituale e il supporto relazionale per sé e per i propri familiari.
Diritto al rispetto delle pratiche pre e post-mortem – Ogni persona ha diritto al rispetto delle pratiche pre e post mortem previste dalla religione di appartenenza. La struttura sanitaria è tenuta a conoscere tali pratiche, a formare adeguatamente il proprio personale e a creare le condizioni perché queste pratiche possano essere realizzate, in conformità con la normativa vigente.
Diritto al rispetto reciproco – Ogni diritto porta come conseguenza il dovere di ognuno di rispettare il credo religioso degli altri, siano essi pazienti, familiari o personale di cura
(Redazione Nurse Times del 12-02-20189, Fonte: www.fnopi.it).
In questo numero di Sfogliando il giornale Claudio Coppini e Roberto Vacca hanno intervistato sull'argomento Mariella Orsi, vice-presidente del Comitato regionale di bioetica della Regione Toscana. Nel corso del programma sono stati proposti anche alcuni brevi contributi registrati da HopeMedia Italia nel corso della cerimonia della firma del Manifesto. Tra questi una breve dichiarazione del presidente dell'Unione italiana delle Chiese avventiste, il pastore Stefano Paris, un'intervista al Ministro Grillo, la lettura degli articoli a cura dell'attore Sebastiano Somma e un breve bilancio della dottoressa Mariangela Falà, presidente del Tavolo interreligioso di Roma.
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Feb 13, 2019

Da alcuni mesi sono proposti nella chiesa avventista una serie di appuntamenti di riflessione teologica su temi di grande rilevanza e attualita'; tra questi, dal mese di gennaio, un breve ciclo di incontri su "Bibbia, chiese e omosessualita'". Il principale relatore-facilitatore di questo ciclo e' il pastore avventista Saverio Scuccimarri, responsabile dell'editoria religiosa per la casa editrice ADV. Roberto Vacca lo ha intervistato.
Saverio Scuccimarri
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Mar 5, 2016

Martedi' 24 novembre a Firenze, presso la sede della rivista Testimonianze, si e' svolta la presentazione del libro di Simone Morandini e Matteo Mascia della Fondazione Lanza dal titolo “Etica del mutamento climatico”, un saggio appena edito da Morcelliana.
Sono intervenuti il presidente di Legambiente Toscana Fausto Ferruzza, la professoressa Elena Pulcini, il professor Giorgio Valentino Federici e il condirettore della rivista ospitante Simone Siliani. In questo numero di Riflettiamo insieme vi proponiamo l'intervento di Fausto Ferruzza.
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Nov 26, 2015

Martedi' 24 novembre a Firenze, presso la sede della rivista Testimonianze, e giovedi' 26 novembre presso la biblioteca Nelson Mandela a Roma, Mascia e Morandini della Fondazione Lanza affrontano il tema della dimensione morale dei cambiamenti climatici.
Il mutamento climatico e' un fattore chiave di una crisi ecologica che tocca profondamente la condizione umana sul pianeta Terra. Guardare ad essa da un punto di vista etico significa in primo luogo interrogarsi su cosa possiamo e dobbiamo fare per custodire un futuro minacciato gia' ora e per le prossime generazioni dell’umanita', per quella preziosa struttura vitale che e' l’ecosistema planetario. E' un interrogativo che interessa i comportamenti personali, ma anche le pratiche sociali, cosi' come le linee della politica e dell’economia. Impossibile, pero', affrontarlo senza farsi contemporaneamente carico di una riflessione tesa a ripensare la collocazione della famiglia umana sulla terra come agente di mutamento, il suo ruolo ecologicamente anomalo, la responsabilita' che le compete.
Questo il tema affrontato nel libro “Etica del mutamento climatico” a cura di Matteo Mascia (Fondazione Lanza, Progetto “Etica e Politiche Ambientali”) e Simone Morandini (Fondazione Lanza, Progetto “Etica, Filosofia e Teologia”), edito da Morcellania, in vista della prossima Conferenza ONU di Parigi dove la comunita' internazionale dovra' adottare nuove misure contro l’emissione di gas serra e per aiutare i paesi impoveriti a far fronte ai cambiamenti climatici (dal sito focsiv.it).
In questo numero dell'Altrobinario Claudio Coppini e Roberto Vacca intervistano il teologo cattolico Simone Morandini su alcuni dei temi affrontati nel libro
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Nov 22, 2015